Teplizumab ( Tzield ), un anticorpo monoclonale umanizzato contro CD3 sulle cellule T, è approvato dalla FDA ( Food and Drug Administration ) per ritardare l'insorgenza del diabete clinico di tipo 1 ( stadio 3 ) nei pazienti di età pari o superiore a 8 anni con malattia preclinica ( stadio 2 ).
Non è noto se il trattamento con Teplizumab per via endovenosa nei pazienti con diabete di tipo 1 di nuova diagnosi possa prevenire la progressione della malattia.
In uno studio di fase 3, randomizzato, controllato con placebo, è stata valutata la conservazione delle cellule beta, gli endpoint clinici e la sicurezza nei bambini e negli adolescenti assegnati a ricevere Teplizumab oppure placebo per due cicli di 12 giorni.
L'endpoint primario era la variazione rispetto al basale della funzione delle cellule beta, misurata dai livelli di peptide C stimolati alla settimana 78.
Gli endpoint secondari chiave erano le dosi di Insulina necessarie per raggiungere gli obiettivi glicemici, i livelli di emoglobina glicata, il tempo trascorso nell’intervallo target di glucosio e gli eventi ipoglicemici clinicamente importanti.
I pazienti trattati con Teplizumab ( 217 pazienti ) avevano livelli di peptide C stimolato significativamente più alti rispetto ai pazienti trattati con placebo ( 111 pazienti ) alla settimana 78 ( differenza media dei minimi quadrati, 0.13 pmol per millilitro; P minore di 0.001 ) e il 94.9% dei pazienti trattati con Teplizumab ha mantenuto un livello di picco di peptide C clinicamente significativo pari o superiore a 0.2 pmol per millilitro, rispetto al 79.2% di quelli che hanno ricevuto placebo.
I gruppi non differivano significativamente per quanto riguarda i principali endpoint secondari.
Gli eventi avversi si sono verificati principalmente in associazione alla somministrazione di Teplizumab oppure placebo, e includevano mal di testa, sintomi gastrointestinali, rash, linfopenia e lieve sindrome da rilascio di citochine.
Due cicli di 12 giorni di Teplizumab in bambini e adolescenti con diabete di tipo 1 di nuova diagnosi hanno mostrato benefici rispetto all'endpoint primario di preservazione della funzione delle cellule beta, ma non sono state osservate differenze significative tra i gruppi rispetto agli endpoint secondari. ( Xagena2023 )
Ramos EL et al, N Engl J Med 2023; 389: 2151-2161
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